Collane
IN COLLABORAZIONE CON
Il giallo della stretta Bagnera

- 192 pagine
- 14,5x21,3
- ISBN 9788879553582
- 15,00 euro
- Brossura – Copertina plastificata con alette
La vera storia del serial killer Antonio Boggia
L’agghiacciante storia di Antonio Boggia,
noto come il “mostro della stretta Bagnera”, è costellata
di quattro efferati omicidi, tutti compiuti per accaparrarsi
beni e denari, nel giro di una decina d’anni a metà Ottocento.
Fra delitti (perpetrati e tentati) e truffe, sono
ben tredici i capi di imputazione che pendono sulla sua testa
all’inizio di un processo lampo, che può essere celebrato
dopo una travagliata e reticente confessione,
cui progressivamente seguono una serie di raccapriccianti
e macabri rinvenimenti, esumazioni e qualche colpo di scena.
In Tribunale, durante sole cinque giornate di udienza,
a scrutare anche il più piccolo gesto dell’imputato
(un “mostro” o un “alienato”?) e ad ascoltare ogni sua singola
parola, c’è una folla chiassosa. E sfilano anche numerosi
testimoni, che portano ciascuno un tassello più o meno
importante per ricostruire i fatti nel loro insieme.
Al termine di un appassionato duello oratorio
fra accusa e difesa, il 28 novembre 1861 il Boggia viene
condannato a morte per impiccagione.
Un ultimo disperato appello contro la sentenza
viene respinto e, il 6 aprile 1862, neppure il Re
accoglie la domanda di grazia.
Poiché a Milano non vi è più un carnefice, vengono fatti
arrivare ben due boia (uno da Torino e uno da Parma),
dopo avere scartato innumerevoli proposte di persone
volenterose di assumersi l’incarico di servire la Legge.
E, in tutta fretta, si procede con l’esecuzione capitale:
l’ultima che ha luogo in Italia, in virtù della riforma del
Codice penale di poco successiva.
Ma la memoria del truce protagonista della sanguinosa
vicenda, narrata con scrupolo e dovizia di particolari
da Giovanni Luzzi, non ha certo altrettanta fretta
di scomparire dalla città di Milano, dove a lungo
sopravvive il ricordo del “mostro della stretta Bagnera”.
Giovanni Luzzi (1901-1982) nasce da un’agiata
famiglia milanese, si laurea in Legge a Pavia, nel 1920,
e dopo tre anni inizia a esercitare l’avvocatura.
Studioso di psicologia giudiziaria, ma anche di filologia,
è soprattutto un fervido cultore del dialetto milanese
(numerosi i suoi volumi di poesie e le commedie dialettali;
nel 2015 Meravigli ha pubblicato i suoi gustosissimi
Dialoghi de “I Promessi Sposi” in milanese),
tanto da interessarsi persino del gergo della mala cittadina,
del quale compila un vero e proprio dizionario.
Ne Il giallo della stretta Bagnera, frutto di studi e ricerche
“sul campo” condotti agli inizi degli anni Settanta
del secolo scorso, Luzzi raggruppa la maggior parte
dei tratti distintivi del suo lavoro, sui vari fronti,
e del suo carattere.